Oggi presento una chicca: il monologo del Joker in “Killing Joke”.
Pilastro del geniale autore Alan Moore, è una delle storie più citate di Batman. In questo particolare albo viene spiegato come Joker è diventato quello che è diventato e come una giornata storta può rovinare la vita di chiunque.
La parte, secondo me, più intensa del fumetto è il monologo del Joker, in cui racconta le sue origini e fa una profonda analisi di Batman, rivelandosi il cattivo che lo comprende meglio. Realizzato in 3D riesce a rendere in modo ottimale lo spirito del discorso del Joker rendendolo in modo impeccabile sia dal punto di vista del tono che della mimica del Joker.
Un altra chicca di questo albo, dal mio punto di vista è il fatto che alla fine di tutto Batman e il Joker si rivedono nei personaggi di una barzelletta: due matti che scappano da un manicomio:
Vedi, ci sono questi due tizi in un manicomio … e una notte, una notte, decidono che sono stanchi di vivere in un manicomio. Decidono che cercheranno di fuggire! Così, salgono sul tetto e, dall’altra parte, vedono i palazzi della città distendersi alla luce della luna… verso la libertà. Il primo salta sul tetto vicino senza alcun problema. Ma il suo amico non osa compiere il balzo perché… perché ha paura di cadere. Allora il primo ha un idea… e dice”ehi, ho preso la torcia elettrica con me! Illuminerò lo spazio tra i due edifici. Così mi raggiungerai camminando sul raggio di luce.”M-ma il secondo scuote la testa. E d-dice… dice “co-cosa credi? Che sia pazzo? Quando sarò a metà strada la spegnerai!